Stavo pensando al fatto che la prostata deve essere una gran brutta roba, se non vi lascia neanche il tempo di aspettare di arrivare a un bar, o almeno in un luogo davvero imboscato.
Spesso non vi lascia il tempo nemmeno di andare oltre il bordo strada, e ve ne state lì così, con la mano sul fianco, qualcuno magari più attento a non farsela sulle scarpe, tutti lì ad annaffiare l’erba o il cemento.
Uomini che pisciano a bordo strada: cos’è che vi impedisce di aspettare qualche centinaio di metri fino alla toilette più vicina?
È davvero così tanto tanto tanto impellente?
Roba che se non scendete subito dalla macchina a farla poi vi tocca fare come i bambini: camminare a gambe strettissime e saltellare da un piede all’altro strizzandovi l’inguine?
Forse l’en plein air stimola come nessun water può fare?
Mi stupisce perché a noi donne non verrebbe mai in mente di accasciarci per terra e farla di lato della carreggiata.
Correremmo come pazze a imboscarci dove neanche Dio può vederci.
Ci metteremmo al sicuro, lontano da occhi indiscreti.
Non ci sentiamo sicure neanche in bagno, tanto che spesso ci andiamo in due per avere la certezza che davvero nessuno oltrepassi per sbaglio la porta (esatto, è così: svelato l’arcano. L’amica ti serve da chiavistello: se la porta non si chiude, lei controlla che nessuno entri.)
Ma forse avete ragione voi, eh. Forse si fa così: fuori quello che c’è da tirar fuori e facciamola dove capita, tanto se ci vedono non importa.
Il fatto è che lo trovo drammaticamente infantile.
Non capisco proprio il perché uno neanche faccia lo sforzo di domandarsi se gli altri lo vogliono vedere quel gesto così poco galante.
Sarà anche divertente e liberatorio, magari a voi insegnano così. Già che fate l’elicotterino col pisello, perché privarsi del piacere di pisciare in pubblico?
Lo tollero nei bambini: ai miei figli ho insegnato che se proprio non ce la fanno ci si arrangia come si può, ma è proprio una questione di rispetto altrui il fatto di trovare il posto meno visibile possibile.
Un bagno è un bagno, volete proprio dirmi che non ce la fate a raggiungere la prima toilette disponibile?
A me verrebbe da lasciargli rotoli di carta igienica in corsa, a questi pisciatori pubblici.
Una mia amica quando ne vedeva uno si divertiva a suonargli e a urlare “PISCIONEEEEEEE”, chissà che gli venisse da provare un po’ di vergogna.
Perché secondo me è quello che manca: un po’ di sana vergogna, di imbarazzo nel mettere il pisello all’aria e farla dove ti possono vedere. E poco importa che tu sia di spalle. Il getto si vede.
È pipì, è l’espletamento di una funzione fisiologica personale. E come tale dovrebbe rimanere: personale.
Quindi per favore, tirate su la zip, sistematevi la patta, tenete duro ancora un po’ e arrivate al primo bar aperto. Una pisciata val ben un caffè.
Che si sa, bevuto quello, il resto vien cantando.
La penso esattamente come te, ma a differenza della tua amica, dal finestrino gli urlo: "VERGOGNATIIIIII"
Post divertente e veritiero anche se (e mi scuso per la schiettezza) già letto.
Ciao Monia, grazie per il commento. Beh, se hai già letto qualcosa di simile mi sa che è per il fatto che non dà fastidio solo a noi 🙂
Un abbraccio! V.
In realtà molti blogger vanno ripetendo ciclicamente alcune tematiche. Mi piace molto seguire vari blog in rete tra cui il tuo, che credo uno dei migliori, però (ribadendo e scusandomi per la schiettezza) spesso la ripetizione riduce l'entusiasmo. Se poi a ripetere l'argomento è lo stesso blogger…..