Ricordo che una delle prime volte che Roberto venne a trovarmi a Milano mi disse “mi metto la polo a righe, quella tipica da terrone che viene al nord!”.
Se l’era messa davvero. E io l’avevo subito riconosciuto per strada, andandogli incontro.
Un altro amico ha scritto questo pezzo su Facebook.
Ve lo posto perché mi sembra molto interessante.
Lui è Luigi Weber e ha scritto questo:
“PER ROBERTO SAVIANO”
Ho già scritto altrove, e ripeto qui, e lo farò ancora, che le dichiarazioni rilasciate oggi dal sig. Roberto Maroni, disgraziatamente ministro della Repubblica Italiana, contro Roberto Saviano, sono il più basso, vile, vergognoso, scandaloso gradino dell’ignominia che questo paese da troppo tempo sta vivendo.
In particolare trovo mostruosa l’affermazione, come leggo su Repubblica on line, secondo la quale Maroni non riterrebbe “una buona idea quella di andarsene. Non mi pare ci sia certezza di evitare la vendetta camorristica che non ha confini”. Se voi non ci vedete una allusione intimidatoria, io invece ce lo vedo, eccome. Lo Stato che lo dovrebbe difendere, dice a Roberto di non perdere tempo ad espatriare, perché tanto i clan lo possono colpire ovunque…
Maroni parlava a Napoli, davanti agli imprenditori campani, e quello non è un uditorio neutro né neutrale.
Ogni giorno sento notizie da far gelare il sangue. Migliaia di tonnellate di rifiuti che scompaiono da un giorno all’altro, e nessuno che si chiede, a parte se sia vero o meno, dove siano finiti, e se qualcuno ha controllato la loro pericolosità. Mezza Italia è piena di veleni sotto il tappeto e tutti esultano perché per via non ce n’è più. Sento di bambini rom a cui prendere le impronte, sento rivalutare i soldati di Salò che fucilavano la loro stessa gente insieme ai nazisti, sento ogni giorno di operai che muoiono come al fronte, sento giornalisti senza dignità parlare di “salvataggio” per l’operazione criminale e dissennata di Alitalia, sento dipendenti dello stato come me, che lavorano in condizioni spesso disperate, venire ulteriormente vessati, umiliati, derisi, mandati a spasso. Un ministro senza vergogna che ammette di aver fatto l’esame di stato a Reggio Calabria, dove passavano tutti, perché “aveva fretta”, e poi come un burattino nelle mani del padrone demolisce la scuola mantenendo l’occhio vacuo.
Scrivere tutto questo su un social network dove la gente fa incontri e scherza non ha alcun senso, ma ci dice qualcosa della nostra miseria: io non ho un altro posto dove scriverlo, e non potevo tacere un’altra volta.
ottima/divertente la battuta nel titolo. ho immaginato saviano tipo conan il barbaro, ovviamente vestito di pelle come attila mentre intona uno stornello neomelodico napoletano. meno divertente saviano.
si parla di leggere “Gomorra” a casal di Principe il 17 novembre…stay tuned