Pare che siamo così belle che – ahimè- non sia possibile evitare che ci violentino. Pare che un po’, sotto sotto, ce lo meritiamo.
Sembra che a essere un po’ fighe si incorra in parecchi rischi. Quindi ringrazio mamma d’avermi fatta bassetta e bruttarella, ma chissà perché non mi sento al sicuro lo stesso.
Hanno messo i militari a presidiarci. A farci la guardia.
Li mandassero nelle case, porta a porta, vedrebbero che la maggior parte delle violenze sulle donne si consumano in famiglia.
Si, non ci si può fare molto se a uno a un certo punto gli prende la fregola e decide che gliela devi dare.
Non ci si può fare nulla visti i presupposti della cultura. Visto che le donne ci stanno: guarda in tv!
Eh… capisco che sia difficile non aver voglia di alzarci contro le mani, stronze che non siamo altro, noi che andiamo in giro in macchina, che lavoriamo, che vogliamo fare sia figli che carriera, noi che non ci vogliamo più stare a casa a cucinare.
Noi che “ce la siamo voluta la parità”, perché quella è una colpa, mica un diritto.
Stronze noi ad andare in giro con la gonna, che loro sono solo maschi, che ci vuoi fare?
Sono esseri dall’indole animale. Poverini: quando il sangue gli migra dal cervello la cazzo non puoi mica aspettarsi che si mettano a ragionare, eh!
Non è mica colpa loro se sei donna. Sei tu che sei nata femmina.
Sei tu quella che ha le tette, quella nervosa perché ha il ciclo, quella che dovrebbe stare a casa, quella che stira meglio, perché notoriamente è una cosa che si impara dal dna, mica usando il ferro.
C’è un detto che mi è rimasto in mente e dice “le donne non si toccano neanche con un fiore”.
Beh, oggi c’è qualcuno che ci ha fatto malissimo con le parole.
Non bastano i soldati per proteggerci. Non bastano le leggi.
Non bastano i fiori per chiederci scusa.
Non basta niente.
…Leggere quello che hai scritto mi ha fatto venire i brividi… Triste realtà…
secondo me la soluzione c’è: vi arruolate tutte nell’esercito…
vedrai che prima o poi penseranno ad un decreto legge per questo
Come uomo, provo una sottile (ma acuminata) fitta di vergogna ogni volta che ho notizia di una violenza su una donna.
E il fatto che la sola idea mi ripugni, che ne parli attraverso il mio blog, che lo porti sulla faccia come una maschera di sdegno, allevia solo di poco la sensazione sgradevole che mi ritrovo appiccicata addosso come catrame nero.
E mi perdo dietro altri, oziosi pensieri.
Tipo: ma le donne che hanno votato quest’individuo, adesso che staranno pensando?
Si diranno “Ce l’ho messo anch’io, questo tipo, alla massima carica dello Stato… ecco il ringraziamento”.
Ecco la tutela.
Ecco la considerazione.
Certe volte, mi sembra di vivere in un film di Terry Gilliam.