“Le ho strofinato addosso il suo nome con la punta della lingua ripetendolo fino a che lei ha raggiunto il culmine.”
Questo lo scrive Tiziano Scarpa su “ilprimoamore”.
Mi piace pensare che ci sia un uomo capace di fare e di dire certe cose.
Ce n’è qualcun altro lì fuori?
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mi piacerebbe scrivere con la punta della lingua il tuo nome solo alla fine di tutto il racconto “L’origine del mondo”…
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Ok, mi rendo conto, forse come risposta era un po’ forte e magari un po’ personale, ma anche la domanda lo era parecchio. Diciamo che una scrittrice che rende così carnale, e carnosa, e sensuale, e sensibile, l’immaginazione, andrebbe ripagata con la stessa moneta. Per questo non vale fantasticare di compitarti addosso, che so, tutta la “Recherche”, ma proprio uno dei tuoi racconti, nel caso il primo che io ho letto, su “Nazione indiana”, e che parlava giusto di deliziose cosucce del genere…
Eh, il problema è che quelli da cui vorresti farti ringraziare, spesso hanno altro a cui pensare.
O altre.
Ma si può?
Bah!
Non so se ho capito bene, ma questo qua ti dice che vorrebbe scriverti addosso con la lingua tutto un tuo racconto (tra l’altro, che palle!), e tu gli rispondi “sì ma io voglio che lo facciano Raul Montanari o Tiziano Scarpa”? Magari sei alle prime armi con la celebrità, baby, però non si trattano così i fan. Questo sennò finisce che è il primo e l’ultimo che becchi.
chiedo scusa se sono stato offensivo, il mio voleva solo essere un omaggio, qualcosa come un mazzo di fiori virtuale
Scarpa scrive questi microraccontini o microsaggi o che so io adesso sul primo amore che sono un sacco belli. L’ultimo è uno su un ragno appeso al filo che legge in diretta quello che lui sta scrivendo al computer.
Ci sono tre vie di accesso al tuo mondo virtuale, valentina. Un sito, un myspace, un blog. E siccome le fantasie erotiche non sembrano dispiacerti, te ne comunico una fresca fresca di oggi. Tre vie d’accesso, come tre sono i canali possibili dell’amore, gli orifizi del vostro bellissimo corpo femminile. E allora il sito sarà l’organo genitale, la strada più ufficiale per il rapporto. Myspace, così chiacchierino, sarà la bocca. E il blog, meno noto, più privato, sarà la porticina di dietro.
Da oggi ho capito perché mi emoziona tanto il tuo blog.
Scarpa ti viene dietro, lo avrai visto, sul Primo amore. Dopo il pezzo “Vagina” ha postato “Ditalino”, sembra roba tua.
Chissà però voi donne come la guardate, quella cosina. Certo la possedete, ed è già tanto. Ma guardarla, per un maschio, è qualcosa che fa girar la testa. Ha ragione Scarpa su Courbet, fissare il sesso femminile è abissale, vertiginoso.
Anche Henry Miller da qualche parte si mette a descriverla da vicino, ipnotizzato, non ricordo più in quale dei due Tropici. Per me una donna non può capire come ci sentiamo noi maschi di fronte a quella cosa così misteriosa.
“La visione della fica da vicino”
La parola “ditalino” vince il premio come parola più brutta del mondo. Non importa il rapporto con la cosa, in sé è una parola orrenda. Dare un titolo così significa non aver nessun orecchio
Per Alonso.
grazie per il bellissimo mazzo di fiori virtuali!
Per nacho
Il post era un omaggio a Tiziano, che ha scritto una cosa bellissima su ilprimoamore. Credo che tra amici si possa fare.
Per occhisullagraticola:
No, forse noi donne non possiamo sapere che abisso di emozioni si spalanca quando ci apriamo a voi maschietti.
Potete sempre provare a spiegarcelo.
Per pornoaddicted:
Bella descrizione delle tre situazioni. La compro.
Per uomo senza scarpa:
Ditalino è una parola da adolescenti.
Mi fa ridere.
Non buttiamola. Alla fine son tutte cose che tornano utili.
gentile valentina,
sono io a ringraziare te della risposta e dell’attenzione. Dopo tanto leggere e commentare gli altri, ho deciso anch’io di farmi tentare e di aprire un diario in pubblico. Nel quale mi son permesso di linkarti, perché mi piace come scrivi e come pensi.
E’ quasi nuovo, e non credo ci sia qualcosa che possa interessarti, ma sappi che sarai sempre la benvenuta, qualora volessi passare a farmi ciao.
Solo una cosa potevi fare di più intrigante delle cose che normalmente posti sul blog. Ed era non offenderti della mia fantasia sulle tre situazioni.
Che tu la compri, poi, è il massimo.
@ Valentina. Allora ci provo:
Diceva Epicuro che gli uomini non devono temere la morte, perché quando l’uomo c’è, non c’è la morte, e quando c’è la morte, non c’è più l’uomo.
Fatte alcune differenze, a me pare che la visione del sesso femminile sia come guardare in faccia la morte. Non è vero che ci vedi la nascita, non farebbe così paura. Ci vedi l’imprendibilità del desiderio. Perché a differenza del fallo, che bene o male è tutto lì, in piena luce, senza segreti, quel che si vede di voi non è che una promessa. Oscura per di più.
La vista e il tatto divorziano più che mai nel rapporto. Guardare il vostro sesso significa desiderarlo senza possederlo, penetrarvi significa sentirlo – ed è magico, intendiamoci – ma perderlo di vista. Noi uomini alla vista dobbiamo tanto, e dunque è sempre un po’ disorientante.
Per giunta il sesso femminile è metamorfico. E’ ambiguo come la donna. Si camuffa.
Pensate a quando lo offrite depilato. Il luogo deputato alla pratica del sesso, cioè il luogo che qualifica una donna come donna adulta e non più bambina, finge uno stato infantile. Non esiste niente di simile per un maschio.
E poi fa di peggio: si moltiplica, come un miraggio. Quando sei lì, con il viso tra le cosce divaricate di una ragazza, i sessi sono due. Ognuna succulento e morbidamente accogliente, ognuno con il suo proprio prezioso profumo, così che per distinguerli devi usare il fiuto, o la lingua, o i polpastrelli.
Le aperture sono addirittura di più, sapessi lo stupore la prima volta che l’ho scoperto! Io credevo che almeno in questo ragazzi e ragazze fossero uguali.
Stavo scostando le labbra come il sipario mezzo tirato di un teatrino di burattini, e ho visto il minimo buchino dal quale spruzza la pipì. Mi torna spesso in mente quando nelle piazze vedo quelle fontane manieriste o barocche con i putti e le sirene che schizzano in tutte le direzioni. Era assolutamente incantevole. Non te ne fai niente, ma che importa, è bellissimo.
E poi c’è la sua incredibile cortesia, io la chiamo così. La sua pazienza.
Forse si tratta proprio di un luogo magico, come il tunnel di Alice nel paese delle meraviglie, dove ciò che è grande e ciò che è piccolo si invertono. Ho visto con occhi increduli entrare una dopo l’altra le mie dita in quel pertugio così piccino. Entrare fin quasi a portar dentro con sé tutta la mano, che ho fermato all’altezza dell’articolazione del pollice. Senza nessun altro aiuto che il meraviglioso miele generato da lei, e nessuna forzatura. Non poteva starci, se davo retta ai miei occhi. Invece ci stava benissimo.
Pornoaddicted, non sono mica offesa!
Mi piace quello che hai scritto!
occhisullagraticola:
grazie.
Un bellissimo punto di vista.
🙂