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Mademoiselle: un thriller a base di letteratura erotica giapponese.

Mademoiselle è il nuovo film di Park Chan Wook: un thriller che si snoda tra brani di letteratura erotica giapponese, intrighi e una storia di attrazione e di fiducia forse tradita.

Mademoiselle reinterpreta il romanzo “ladra” di Sarah Waters ambientato nella Londra del 1862 spostando la storia nella Corea e nel Giappone degli anni ’30.

La storia, o almeno quella che si può raccontare senza rovinarvi la visione, è giusto la prima parte: una giovane ladra Sookee dedita ai furti viene assoldata da un furfante detto “Il Conte” che è riuscito a intravvedere un affare – la ricca ereditiera Hideko è tenuta prigioniera nella casa dello zio – un appassionato di libri erotici.
Lo zio vorrebbe sposare la nipote, ma il Conte ha un piano: sedurre Hideko e convincerla a sposarlo per ereditare i suoi beni, ma per farlo ha bisogno dell’aiuto di Sookee che si farà assumere come dama di compagnia dell’ereditiera.
Una volta ottenuta la fiducia della ricca signora, la giovane la convincerà a sposare il Conte e i due si divideranno le ricchezze facendo poi rinchiudere la nobildonna in manicomio spartendosi il bottino.
Apparentemente dovrebbe filare tutto liscio, se non fosse che tra le due donne sfocia una storia che va ben oltre l’amicizia.
Fermiamoci qui, altrimenti vi rovino i colpi di scena a seguire, dove si scopre che Hideko non è come sembra, che lo zio sì, è un invasato di libri, violento e pericoloso e che Sookee potrebbe… no, ma meglio la terza parte dove il Conte vabbè, … no, tocca stare zitta perché l’intreccio si fa spesso e quando pensi di averci capito qualcosa… tutto si ribalta.
Come sottofondo alla storia c’è la casa dello zio ma soprattutto la sala della libreria fatta come un tatami con zone dove si nascondono piscine sotto il pavimento, giardinetti zen e dove le scenografie si aprono inaspettatamente per incorniciare le letture pubbliche di Hideko.

Immaginario erotico occidentale e orientale coincidono?

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Guardandolo mi sono domandata “Ma l’erotismo occidentale e quello nipponico coincidono?”
La differenza di cultura ci fa percepire più o meno forte alcune situazioni?

Le letture fatte ad alta voce dalla protagonista suggeriscono solo alcuni brani che probabilmente per noi occidentali risultano freddi a livello di narrazione. “Mise il suo pene nella vagina umida di lei” non è esattamente quello che né io né qualsiasi altra autrice erotica utilizzeremmo per invogliare i lettori, ma nonostante questo la tensione della recitazione e della costruzione del girato sostengono bene il filo conduttore dell’attrazione che si mescola (forse erroneamente) alla fiducia.
Scrivendo mi è capitato di immaginare scene di sesso ed esperienze che poi ho vissuto davvero. Lo scrivere e il leggere sono delle esperienze sensoriali che quasi ti preparano a quella che sarà l’esperienza fisica vera. Sono una specie di allenamento emotivo. Per me scrivere di sesso è come fare esperienza a priori.
Nel film succede qualcosa di simile con le protagoniste che nel tempo vivono alcune delle scene lette e fantasticate.
La scena finale che chiude il film l’abbiamo già vissuta nella lettura del libro e riconosciamo quel tintinnio di fondo.

Guardare Mademoiselle è un po’ come sbirciare dalla fessura nel muro due persone di cultura diversa dalla tua che fanno sesso seguendo un immaginario diverso dal nostro. Un po’ più artefatto e complesso. Rituali fatti di estetica, di oggetti, di attese. Tutto molto diverso da quello a cui siamo abituati, eppure dei punti di contatto ci sono, soprattutto quando viene meno il controllo e l’istinto lascia spazio al piacere senza freni.

E se tutto quell’autocontrollo, quei rituali, quel protocollo fossero davvero i modi giusti per esasperare il piacere?

Mademoiselle è prima di tutto un viaggio per lo sguardo. Se siete degli esteti e amate la fotografia, questo film vi piacerà per le inquadrature, per la poesia nella poesia tra la narrazione dei racconti erotici e la bellezza delle scenografie.
La storia rischia quasi di passare in secondo piano mentre ci si aggrappa con lo sguardo alle continue citazioni visive e sai che ogni singola inquadratura servirà per farti capire qualcosa dopo.

Non ho visto OldBoy, il film più noto del regista Park Chan Wook, e non so dire se questo sia meglio, certo è che si lascia guardare con piacere. Il finale magari un po’ scontato, ci si aspetterebbe un ultimissimo colpo di scena che non c’è, ma devo dire che la storia funziona.

Punti vulvetta (vi erano mancati, vero?)

Storia: 4 vulvette
Fotografia: 5 vulvette
Interpretazione: 5 vulvette

Mademoiselle uscirà il 29 agosto – (eh, sì il bello di fare questo mestiere è che ogni tanto qualche anteprima riesco a vederla!).
Direi che sì, ve lo consiglio. Vale la pena vederlo. A me è piaciuto.

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