Insegnare.
Insegnare è una delle cose più difficili. Sono alla fine del corso di comunicazione.
Ho fatto circa una quarantina di ore.
Insegno a ragazzi giovani. Hanno dai 20 ai 29 anni.
Io a 20 anni lavoravo già in agenzia. Ho avuto obiettivi diversi. Sapevo quello che volevo: l’indipendenza. Volevo andarmene di casa. Volevo togliermi da lì. Volevo farcela da sola.
Ero disposta a tutto pur di farlo. E così quelli come me. Pochissimi del mio corso sono rimasti a Varese. Nessuno ci voleva stare. Siamo andati tutti a Milano, perché era lì il lavoro, lì l’avventura, lì la formazione migliore.
Per una come me che a Milano ci è andata per la prima volta a 22 anni per un colloquio di lavoro è stato un grande salto.
E sono felice di averlo fatto.
Ora invece è diverso. Loro sono diversi.
Mi sembra che si siano già arresi.
Mi sembra che abbiano paura, e allora meglio neanche provarci prima di prendersi qualche porta in faccia, meglio non bussare neanche.
Li vedo arrabbiati. E ho la sensazione che cerchino sempre di dare la colpa a qualcuno.
Qualcuno contro cui puntare il dito. Qualcun altro. Non loro.
Non so di chi siano figli. Non so che genitori abbiano. Non so molto di loro.
Vedo quello che fanno, come si comportano.
C’è quello che tra meno di un mese diventa padre e non ha assolutamente idea di quello che gli sta per piombare addosso.
C’è quella complessata, dalla vita difficoltosa, che neanche ci prova a fare quello che deve. Peccato, perché ha talento, ma io sono della teoria che non sono una baby sitter e faccio già da mamma a mia figlia. Quindi se vogliono qualcosa dalla vita ci devono dare dentro loro. Qui non si fanno sconti.
Ci sono quelli trasparenti, e ti rendi conto che ci sono solo quando fai l’appello.
Ci sono quelli che si impegnano tantissimo, peccato che davvero non ci sia trippa per gatti.
Poi ci sono quelli molto capaci, ma davvero. Che pensano di aver capito tutto e neanche si presentano più in classe perché credono di non aver più nulla da imparare.
Peccato che si siano persi l’ultimo lavoro- quello più grosso, con un cliente vero- che potrebbe dar loro un posto di lavoro.
Ma tanto è a Milano, e loro preferiscono lavorare sotto casa.
Si, forse non li ho capiti. Forse ho delle aspettative troppo alte.
Non so.
Fatto sta che questo corso finisce e sento che loro non mi mancheranno.
Andranno per il modo portandosi dietro forse qualche mio insegnamento.
Forse l’unica cosa che rimarrà sarà “Che palle quella stronza della Maran”.

CategoriesBah roba così
  1. aWhiteSunset says:

    Dando per scontato che hai postato sapendo benissimo che avremmo letto, voglio dare un "feedback".

    Dal mio canto ho vissuto questo corso in maniera altalenante; nella mia convinzione, nelle mie possibilità, impegnandomi a volte più, a volte decisamente meno.
    Il mio desiderio resta quello di andare ben oltre Milano, ben fuori dal paese, come sai.
    Magari non ne ho dato esempio di certezza nell'ultimo periodo, forse a causa di mia inesperienza di giudizio.

    Tuttavia credo di aver infine trovato un posto stimolante per iniziare a sviluppare le mie potenzialità, pur essendo geolocalizzato ben più vicino di quanto non mi prospettassi.

    È evidente che tu, a ragione credo, non sia esattamente soddisfatta di noi, ma viceversa io lo sono parecchio, pur con tutte le riserve che ho verso il complesso del corso.

    Sono stato chiamato per uno stage sulla base di una cover letter scritta come non avrei saputo fare fino ad un paio di mesi fa e per questo avrò probabilmente la possibilità di lavorare su progetti di un certo calibro e che io sento vicini alle mie aspirazioni, essendo oltretutto destinati ad un audience ben più ampio di quello Varesino, e addirittura di quello Italico, nel cui territorio mi ritroverò tutto sommato a lavorare, in termini di mera seduta ad un tavolo.

    Per iniziare mi sembra niente male.

    Senza infamia e senza lode, sono contento delle lezioni di copywriting molto più che di altre, cosa che in origine non mi sarei aspettato. Ne avrò sicuramente bisogno nell'immediato futuro e ne sono contento, perché ho scoperto che mi piace.

    Ho insomma una prospettiva relativamente speranzosa davanti, questo anche grazie a te e spero di saperne fare buon uso per arrivare fin dove sogno, un giorno.

    Per le lezioni, per il portfolio, un po'per tutto, io ho solo da ringraziarti, se poi non ci siamo compresi a vicenda fino in fondo mi dispiace.

    Essendomi trovato bene però, spero si terrà qualche contatto anche a corso finito.

    Nicolas

  2. F. says:

    Probabilmente non ho nessun diritto di commentare i suoi pensieri ne tanto meno di entrare nel suo blog ma ci tenevo a farle sapere che,si, un po' demoralizzati lo siamo, non posso darle torto ,ma sappia che tutto ciò che ci ha insegnato nelle sue ore non è andato perso. Ogni parola è stata detta per spronarci e questo è lo abbiamo capito ma non siamo stati capaci di darle un feedback , non siamo stati capaci di dirle "Grazie prof perché tutto questo ci servirà una volta fuori da quest’aula". È vero, alcuni di noi hanno paura perché non sanno cosa succederà una volta fuori , altri si sono arresi dalle troppe bastonate ricevute ma questo fa di noi le persone che siamo e l’errore che abbiamo fatto è stato renderlo così evidente in una situazione che non lo richiedeva. Lei ci ha aiutato nel migliore dei modi e, personalmente, la ringrazio per tutti i consigli, le cazziate e gli errori sottolineati. Lei è passata di lì prima di noi e sa esattamente come ci si sente e come ci si deve comportare. Non ho mai pensato "che palle quella stronza della Maran" perché ritengo che non lo sia per niente, forse un pochino esigente si, ma al punto giusto per evitare che qualcuno, un giorno, possa dirci " il tuo lavoro fa schifo, non vali niente”.
    Spero che lei non prenda questo mio commento come una “leccata di culo” perché non vuole esserlo. Volevo semplicemente farle sapere che dall'altra parte della cattedra, a me, qualcosa è arrivato e rimarrà.

    Francesca.

  3. Sz says:

    Mi rendo conto che quando dice:

    "Poi ci sono quelli molto capaci, ma davvero. Che pensano di aver capito tutto e neanche si presentano più in classe perché credono di non aver più nulla da imparare."

    si riferisce a me e mi dispiace, perchè ci sono lezioni e… bo

    Greidi

  4. Anonimo says:

    L'ultimo commento sicuramente non è di Gredi, e tu, Valentina, che sei molto sveglia, l'hai capito. Gredi, se, avesse continuato il corso avrebbe fatto lavori grandi. Quindi, mi permetto di dire di lasciarlo stare e di non firmarsi usando il suo nome, e chi ha usato il suo nome è un gran Coglione, perchè non ha nemmeno il coraggio di usare la propria faccia ma sputando merda su di lui continuando a prenderlo in giro. Vivete e crescete che oggi è primavera!
    Viviana Bandera

  5. Sz says:

    Ma Viviana ma che stai dicendo?! E' palese che non sono Greidi, era ovviamente una cosa per ridere e non stavo prendendo ingiro nè lui nè Valentina.

    Viviana solo tu non l'hai capito !

    Leccaculo impara ad usare le virgole quando scrivi e non te la prendere per queste stronzate 😉

  6. Anonimo says:

    prima di tutto questi termini li usi a casa con tua madre e tuo padre. Io le virgole le so mettere al posto giusto, leccaculo non credo visto che non ho ancora un posto dove far lo stage….e poi, ogni tanto fatti vedere al corso, sai non vorrei che mi dimenticassi della tua faccia..che non è un granchè.
    Viviana

  7. Sz says:

    Viviana sono stupendi i tuoi commenti, hanno un loro perchè 🙂
    Da parte mia finisce qui la cosa, non voglio seguirti in una discussione che vuoi portare ad un livello ridicolo nè sporcare il blog di Valentina.
    Volevo solo farti notare che hai frainteso un post terribilmente palese rispondendo in maniera assolutamente fuori luogo.
    Voglio precisare che non sono la persona che pensi (Ciffo), siccome ci sono sempre al corso.
    Ciao!

  8. Anonimo says:

    certo che attendere la fine del corso e ritrovarsi a die ciò che si pensa via blog lascia tutto dire. e poi ci lamentiamo solo degli alunni?

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