La gente scende dal vagone ordinatamente.
Gli altri non hanno ancora cominciato a salire.
E’ una mattina milanese tranquilla. Come non ne vedo da tempo.
C’è un clima di cortese convivenza prenatalizia.
Prima ancora che lo scambio di passeggeri avvenga, dall’altoparlante scatta la voce del conducente che dice :
“A vetture complete non insistere! Lasciar chiudere le porte!”
La gente fa tutto con calma. Nessuno spinge. Nessuno urla.
E’ tutto di una tranquillità surreale.
Solo la voce è stranamente aggressiva. Fuori sync con quello che sta succedendo.
“Ripeto! A vetture complete si prega di non insistere!”
La gente si guarda perplessa mentre prende posto.
Dei ragazzi dicono tra loro: “Beh, almeno ci faccia salire prima di rompere!”
La vettura è completa, Tutto ordinato.
Nessuno di accalca sulle porte all’ultimo secondo.
“Se si insiste si creano dei ritardi inutili! Lasciar chiudere le porte!”
E infatti sulle porte non c’è nessuno.
La gente si guarda e ride di questa strana litania rabbiosa che viene ripetuta senza motivo evidente.
Poi scatta quella specie di sirena afona della chiusura porte.
Nessuno capisce perché, di default, i conducenti debbano essere scortesi.
A natale siamo tutti più buoni. Magari si sprecassero ad essere più creativi.
Secondo me era il giorno buono per farlo.
Forse ci prendono gusto.
Forse è la loro rivincita: una volta tanto tutti hanno dato retta a ciò che stavano dicendo.