Se ne sta accucciata qui, un po’ in disparte.
Non sono ancora riuscita a vedere bene che faccia ha.
Mastica gomme. In continuazione.
Rumina a ritmo fisso.
E mi guarda annoiata, con insistenza.
Come una che sa già cosa c’è da fare.
Chiara mi tormenta.
(Sì almeno il nome lo so.)
E’ una di quelle che ti guardano tenendo il mento basso.
Butta le pupille in su.
E non molla la presa.
La prenderesti a schiaffi, Chiara.
Se non altro per quel modo tutto suo di andare dritto in faccia alla vita. A tutto quello che le capita.
Senza ragionare.
E’ qui.
Viene a disturbare nel momento meno opportuno, quando sto facendo tutt’altro.
E quando dico tutt’altro è proprio quello lì, il su e giù che si fa insieme.
Ecco. Lei lì in mezzo c’è sempre.
Nel momento in cui tutto il corpo si rivolta e implode, lei si palesa sulla porta.
Lo so cosa vuole da me.
Vuole essere scritta.
Non se ne andrà fino a che non l’avrò accontentata.