Domani scattano i fatidici 40 giorni.
Siamo al giro di boa.
In ospedale ti dicono che dopo 40 giorni puoi cominciare ad avere rapporti sessuali.
Io so solo che mi ritrovo con una patata completamente ricucita, rifatta, con una cicatrice lunghissima che va da un buchetto all’altro.
Partorire è come fare il Vietnam, ma seduti su una mina.
L’effetto finale è lo stesso. Almeno per me.
I dubbi probabilmente sono quelli di tutte:
sentirò come prima? Avrò la stessa sensibilità? Mi farà male? E se qualcosa non funziona? Che cosa mi sarò persa?
Senza parlare della pancia: quella resta una strana cosa molliccia, non bassa come la pancetta delle persone fuori peso.
Resta una specie di sacca svuotata ma alta, con gli organi interni che devono ancora decidere dove piazzarsi.
La linea alba che prima divideva il pancione, adesso disegna flaccida le rughe della pelle in più.
Non c’è niente di sexy nel post parto.
Hai un corpo che non è più il tuo e per il 90% non ha utilità.
Solo le tette servono. Quelle pompano latte in abbondanza, a richiesta, con una precisione certosina e crumira.Non lo so quanto tempo mi ci vorrà a tornare qualcosa che somiglia a me.
Intanto non ho ancora rimesso i tacchi.
Però sto cominciando a capire un po’ di più la nana.
Non è che in 40 giorni si svolti.
Però va comunque meglio di prima.
Piano piano tornerai quella che eri. Tranquilla, ci siamo passate tutte 🙂
si passa da "stato interessante" a stato disinteressante.
Cmq auguri
Daniela
…incredula del fatto che a certe donne la gravidanza non porti quel senso di femminilità, di dolcezza, di altruismo incodizionato, quell'essere diventata madre!
come si chiama? Letizia
Ma scusa… sei sempre come prima, di che ti lamenti?
@ Sonia:
si resta quelle di prima semplicemente con un nanetto da accudire per casa.
Non ci si trasforma nella BEata Vergine, non si viene illuminate dalla luce divina.
L'istinto materno è la palla più agghiacciante che ci stanno propinando da secoli.
Siamo semplicemente genitori. Entrambi. Sia uomini che donne.
Nessun altruismo incondizionato. Anzi: ogni tanto ti domandi chi te l'abbia fatto fare.
@ LEtizia:
Si chiama Emma.
@ Anonimo:
Mi lamento del fatto che un parto è comunque un'esperienza che segna profondamente la psiche, prima di tutto per via del dolore, solo in seconda battuta per via del fatto che hai dato alla luce un figlio.
AH, ribadisco il concetto: preferisco che la gente si firmi in questo blog. Grazie.